Come nutrire i tuoi demoni

 

“I malvagi demoni maschili e femminili, che creano miriadi di disturbi e impedimenti, sembrano reali finché non si è raggiunta l’illuminazione. Ma quando si comprende la loro vera natura, essi diventano Protettori e grazie al loro aiuto e alla loro assistenza si conseguono innumerevoli risultati”

Milarepa (1052-1135)

Al giorno d’oggi, più che mai, è sempre più crescente il bisogno di avere a disposizione degli strumenti efficaci ed accessibili a tutti per poter far fronte alle proprie ombre, siano esse paure, ansie, nevrosi e così via piuttosto che debilitazioni fisiche o malattie anche gravi. Nel libro “Nutri i tuoi Demoni”, Tsultrim Allione offre, specialmente al mondo occidentale, una pratica facile ed estremamente preziosa da poter vivere ed integrare quotidianamente indipendentemente da qualsiasi religione o cultura si appartenga. 

Come scrive lo psicologo buddista Jack Kornfield: “La trasformazione dei propri demoni è un bisogno universale… Tsultrim Allione ha scelto un grande ed antico lignaggio di pratica relativamente sconosciuto e lo ha tradotto in una forma moderna e accessibile, senza comprometterne l’essenza né dissiparne il potere. Con quest’opera ha messo a frutto la profondità dei suoi quarant’anni di formazione buddista, le sue capacità di lama esperto e di visionaria, la sua raffinata comprensione della psiche occidentale, e la sua coscienza impavida, permeata dei due metodi del Tibet classico e della vita moderna. Con grande precisione e accuratezza, Allione mostra come si possa trasformare l’energia della dipendenza, della vergogna, della malattia, dell’ansia, della paura e della rabbia in energia della liberazione. Al centro della realizzazione buddista sta proprio questa trasformazione, la scoperta che la liberazione può essere trovata esattamente lì dove siamo, non evitando le sofferenze della vita ma volgendosi verso di esse con un grande cuore colmo di compassione. E smettendo di aggrapparci alla sofferenza, impariamo a trasformare la sua energia e a trovare la libertà nel bel mezzo di essa”.

A tutti capita di soffrire a causa dei propri demoni personali, che si tratti dell’attaccamento viscerale a qualcuno o a qualcosa, della brama o della gelosia, piuttosto che della rabbia e dell’odio di sé, della confusione mentale, della perdita o di un trauma legato ad eventi particolari accaduti nel corso della vita. Queste forti emozioni creano un campo energetico che riguarda la singola persona ma, allo stesso tempo, anche a livello collettivo la forza di questi stessi demoni crea un’enorme sofferenza globale. Basti pensare alla situazione in cui tutti ci ritroviamo coinvolti negli ultimi anni. Per poter far sì che avvenga una trasformazione è importante attuare, prima di tutto, un cambio nel singolo individuo che può essere messo in atto grazie al lavoro personale e all’affrontare alla radice i vari demoni della mente, qualsiasi essi siano. 

Il metodo di dare forma a queste forze demoniache interiori e di sfamarle anziché combatterle è stato originariamente elaborato da una maestra buddista dell’XI secolo, Machig Labdrön. La sua pratica spirituale era chiamata Chöd (ciöd) il cui significato è: “recidere, tagliare”. I demoni a cui si fa riferimento sono le nostre ossessioni e paure, le malattie croniche, la depressione, le dipendenze o l’ansia sempre più crescente dovuta allo stile di vita e ai ritmi sempre più elevati. Queste ombre non sono i mostri assetati di sangue che si vedono al cinema, bensì forze che combattiamo in noi stessi, quando ci ritroviamo costantemente di fronte alla nostra mente in continuo movimento e alle prese con le più svariate forme di nevrosi. 

Basata sui principi del Chöd, questa pratica consiste in cinque stadi che non richiedono alcuna conoscenza del buddismo né di alcuna pratica spirituale tibetana. Nel primo stadio si scopre dove è trattenuto tenacemente il demone nel corpo. Questo demone può essere qualsiasi stato mentale o qualsiasi cosa abbatta e prosciughi l’energia vitale. In sostanza è ciò di cui si ha paura, quello che si teme maggiormente e che blocca la nostra mente ed energia. Come diceva Machig qualsiasi cosa blocchi la completa libertà interiore è un demone. Machig parlava anche di dèi-demoni; essi sono le speranze, ciò che si desidera intensamente, gli attaccamenti. Per dèi-demoni s’intende quando una speranza e una paura sono strettamente connesse, quando si oscilla continuamente tra le due. Nel secondo stadio si permette all’energia che viene identificata nel corpo di assumere la forma personificata del demone di fronte a noi. Nel terzo stadio si scopre di cosa questo demone ha veramente bisogno, mettendosi nei suoi panni e diventando quel demone. Nel quarto stadio s’immagina di dissolvere il proprio corpo in un nettare di ciò di cui il demone ha bisogno, lasciandolo riversare in lui; praticamente gli offriamo la nostra pura quintessenza, nutrendolo e sfamandolo fino a completa soddisfazione. Una volta che il demone è soddisfatto si scopre che l’energia che era bloccata è un prezioso alleato che può offrire protezione e sostegno e che pian piano scompare nella mente. Alla fine del quarto stadio tutto si dissolve nella vacuità e nel quinto ed ultimo stadio si riposa nella consapevolezza aperta che deriva da questo dissolversi. 

Attraverso questo processo si scopre che nutrire i demoni fino a soddisfarli in realtà non li rafforza ma permette piuttosto all’energia imprigionata in loro di tornare disponibile, le emozioni molto intense rimaste bloccate a causa del conflitto interiore vengono liberate trasformandosi in una forza positiva protettrice. Dare forma ai demoni personificandoli porta alla luce energie embrionali, o schemi abituali di comportamento nocivi, permettendo loro di liberarsi anziché lasciarli agire come forze distruttive invisibili. 

Come scrive Tsultrim Allione la tecnica terapeutica di personificare una paura o una nevrosi non è qualcosa di sconosciuto alla psicologia occidentale. Questa tecnica in cinque stadi approfondisce questo approccio. Il suo valore aggiunto sta nel dissolvere i propri corpi e nello sfamare anziché solamente personificare, nell’interagire con i propri nemici interiori e nell’esperienza della consapevolezza meditativa non duale che sorge nello stadio finale del percorso. Attraverso l’intero processo si ha accesso ad uno stato di consapevolezza rilassata, libera dall’abituale fissazione di un “sé” contrapposto a un “altro”, e tutto questo porta oltre il luogo in cui termina la normale psicoterapia.  

 
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“Quando nella vita emergono le difficoltà, possiamo vederle come ostacoli oppure come acqua per il nostro mulino, che ha il potenziale di portarci più vicini al risveglio. Senza queste sfide e senza riconoscere i nostri errori, passeremmo la vita in attesa delle circostanze ideali invece di lavorare autenticamente su di noi. In effetti, i nostri nemici, quelli che ci agitano di più, sono i nostri più grandi maestri, e anziché vederli come demoni potremmo considerarli come doni”

Tsultrim Allione

 

I demoni

I demoni sono parte della mente umana, non hanno un’esistenza propria ma essa li percepisce come reali e così si resta intrappolati nel combatterli; di solito questa abitudine a lottare contro quelli che vengono considerati dei problemi fa sì che i demoni si rinforzino invece di affievolirsi. I conflitti con il partner o il datore di lavoro, l’ansia che si avverte quando si è costretti ad uscire dalla propria zona di comfort, la paura del fallimento o della mancanza di denaro, il timore dell’abbandono o del tradimento etc. sono forze interiori che limitano la mente e riducono l’energia vitale. Molte volte si ha anche la tendenza a proiettarli sull’altro. Se si osserva più di tutto quello che si disprezza nell’altra persona, di solito, è possibile vedere riflesso uno dei nostri demoni interiori. Spesso le critiche vengono rivolte proprio verso ciò che si cerca di reprimere interiormente. Il fatto di rendersene conto e di decidere di lavorare consapevolmente con queste ombre offre la possibilità di attuare una trasformazione e una guarigione profonda. Sfamando i propri demoni è possibile reintegrare parti represse o disconosciute. Lo stesso C.G.Jung scoprì che personificando le sue parti represse riusciva ad alleggerire la pressione interna. Allo stesso modo, quando ci si sente sopraffatti dalla rabbia, dalla tensione interna o dall’ansia invece di soffocare la sensazione o l’emozione combattendola è possibile considerarla come un demone che sta semplicemente chiedendo attenzione per poter essere trasformato e liberato. Allo stesso modo si può lavorare anche con i desideri ossessivi.  

Di seguito i principi della pratica, come vengono descritti da Tsultrim Allione nel suo libro “Nutri i tuoi Demoni”, come valido strumento applicabile nella vita moderna, qualcosa di utile per alleviare la sofferenza e portare la persona più vicina alla libertà interiore. 

Nove respiri rilassanti

Comodamente seduti, chiudete gli occhi. Cominciate facendo nove respiri profondi con l’addome. Inspirando profondamente l’addome si espande, si alza e si abbassa. Durante i primi tre respiri, inspirando, immaginate che il respiro raggiunga ogni tensione fisica presente nel corpo e che l’espirazione la porti via. Nei successivi tre respiri, immaginate che il respiro vada in qualsiasi punto del corpo in cui sentite una tensione emotiva e immaginate poi che l’espirazione porti fuori dal corpo quella tensione. Durante gli ultimi tre respiri, inspirate nelle parti del corpo in cui sentite tensione mentale, preoccupazione o paura ed espirando lasciatela andare. 

L’intenzione altruistica

È molto importante generare la retta motivazione prima di fare qualsiasi cosa. Generare un profondo e sentito desiderio di liberare dalla sofferenza la propria vita e quella di tutti gli esseri è importante per spostare l’attenzione dai bisogni dell’ego alla compassione e allargare il campo delle proprie azioni da un interesse egoistico a un bene più allargato. 

Primo stadio

Decidere su quale demone volete lavorare. Localizzare in quale punto del corpo ospitate il demone. Osservare il demone nel corpo. Un buon modo per decidere su cosa concentrarsi è farsi le seguenti domande: Cosa prosciuga la mia energia? Cosa mi abbatte? Cosa mi divora? Quale avvenimento mi ha disturbato di recente? È una buona idea lavorare sulla prima cosa che appare alla mente quando vi chiedete su che demone volete lavorare. 

Una volta scelto, prendetevi un momento per entrare in contatto con il vostro corpo. In questo modo è possibile andare oltre la mente concettuale e aprire un varco alla saggezza del corpo. Quando avete trovato la sensazione intensificatela. Lasciate che la vostra immaginazione indaghi la sensazione fisica che avete messo a fuoco. Potreste chiedervi: di che colore è? Che forma ha? Che temperatura ha? Emette un suono? Ha un odore? 

Secondo stadio

Personificare il demone e chiedergli di cosa ha bisogno invitandolo davanti a voi. In questo modo è più facile dare forma a ciò che di solito risulta difficile da percepire. Può trattarsi di un animale, un mostro o una persona, qualsiasi cosa che incarni le qualità identificate con l’ascolto interiore. È importante abbandonare il controllo e il giudizio lasciando che la mente inconscia produca spontaneamente l’immagine. Alcune domande: che misura ha? Di che colore è? Ha un genere sessuale? Come mi sento guardandolo? … 

Ora comunicate direttamente con lui: Di cosa hai bisogno? Cosa vuoi da me? Come ti sentiresti se ottenessi quello di cui hai bisogno?

Terzo stadio

Diventare il demone. Richiamate alla mente il personaggio personificato davanti a lui e immaginatevi nei suoi panni. Diventando il demone in persona è possibile sentirsi molto diversi. Ad esempio un demone molto minaccioso può in realtà svelarsi spaventato e agire in un certo modo solo per proteggersi. Poi rispondete a voce alta: Quello che voglio da te è… Ciò di cui ho bisogno da te è… Se il mio bisogno venisse soddisfatto mi sentirei…

Quarto stadio

Sfamare il demone e incontrare l’alleato. Tornate alla vostra posizione davanti al demone e prendete un momento per rimettervi in contatto con il vostro corpo. Ora separate la consapevolezza dal corpo in modo da rendervi conto di essere come uno spettatore “esterno” che sta seguendo tutto il percorso. Immaginate poi che il vostro corpo si sciolga in un nettare che consista di qualsiasi cosa il demone vi abbia detto di avere bisogno per sentirsi soddisfatto. Il nettare può essere una sostanza liquida come pure qualsiasi altra cosa, fumo, vapore… quello che evoca la vostra immaginazione. Per esempio, se il demone vi avesse detto che si sentirebbe potente, o amato o accettato, allora l’essenza o la qualità del nettare sarebbe proprio quello: potere, amore o accettazione. Cosa accade una volta che il demone è completamente soddisfatto? Di solito il suo aspetto si modifica significativamente. 

A questo punto un demone completamente soddisfatto può trasformarsi in un alleato, in un qualsiasi essere benevolo che può sostenerci. Come mi aiuterai? Come mi proteggerai? Come faccio per entrare in contatto con te?... Ancora una volta prestate attenzione e ascoltate cosa ha da dirvi e in che modo può aiutarvi. 

Quinto stadio

Riposare nella consapevolezza. Una volta sfamato il demone e integrato l’alleato, dissolvetevi insieme a lui nella vacuità. Non c’è io, non c’è demone, semplicemente riposate nella consapevolezza presente e rilassata. Questo permette di fare breccia in uno stato che è libero dalla chiacchiera inconscia, dalle distrazioni emotive e dalle varie fissazioni che caratterizzano la vita quotidiana. 

Ogni stadio è un importante contributo alla pratica e al percorso, dai respiri iniziali fino alla meditazione finale. 

Buona pratica! 

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Riflessioni tratte dal libro : “Nutri i tuoi demoni” di Tsultrim Allione. 

Chiara Tansini 10/2021