Utilizzata nel trattare i dolori locali alla schiena e al collo causati da tensione e stress, tensione muscolare, lombaggine, dolori nella zona dorsale, spalle e articolazioni
 
 

La coppettazione

La coppettazione è uno dei trattamenti più antichi conosciuti per intervenire su svariati disturbi, le prime indicazioni sul suo uso risalgono a più di 3000 anni fa. Anche nella medicina tradizionale indiana, tibetana, cinese e in quella del Sud America ed Egitto, da sempre, è una pratica terapeutica pienamente riconosciuta. Nel corso della storia, le tecniche e gli stili della coppettazione, hanno spesso attinto dai luoghi geografici in cui venivano praticati, oltre ad utilizzare diversi materiali come ad esempio corna di animali, bambù, ceramica, vetro, metallo e plastica. Ippocrate (460-377 a.c.) fornì un fondamento teorico riguardo la sua efficacia ed indicazioni ben dettagliate sui vari metodi di applicazione.

 

È molto utilizzata nel trattare i dolori locali alla schiena e al collo causati da tensione e stress, tensione muscolare, lombaggine, dolori nella zona dorsale, spalle e articolazioni. Può essere applicata anche in caso di mal di testa da pressione alta e tensione, ansia e depressione, senso di stanchezza e fatica ricorrente.

 

La tecnica

Nella medicina tibetana è chiamata “mebum” (fuoco e vaso) e viene praticata con coppette di ottone, bronzo, vetro e rame che vengono applicate su zone doloranti. A seconda della posizione di applicazione, come ad esempio addome, schiena oppure spalle e articolazioni, si utilizzano diverse misure e forme. Attraverso l’ausilio del fuoco, si crea un effetto vacuum che esercita una pressione negativa.

Questa tecnica, come la moxibustione e la hor-me, si basa sulla teoria dei passaggi naturali energetici psico-fisici (gSang, punti, canali). Il corpo è costituito da vie energetiche che stabiliscono le connessioni tra il corpo esterno e gli organi interni. Le vie energetiche, connesse alla forza vitale degli organi e alle loro funzioni, permettono alla pressione negativa esercitata dalla coppetta di arrivare ad essi.

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Questa forza, applicata su punti precisi, è in grado di sbloccare accumuli energetici agevolando il flusso di energia e sangue nei canali, nutrire i tessuti, riscaldare il corpo e alleviare il dolore. Quello che avviene è un rilascio dei tessuti molli e connettivi, un maggiore afflusso di sangue e linfa ed una rapida eliminazione delle tossine. Molte aree della cute sono collegate a determinati organi interni attraverso i nervi, quindi le disfunzioni di un organo possono causare dolori riflessi o, ad esempio, gonfiori nell’area cutanea corrispondente. Di conseguenza, intervenendo con una stimolazione meccanica in una determinata zona cutanea è possibile influenzare anche l’organo collegato ad essa.

 

“È in grado di sbloccare accumuli energetici agevolando il flusso di energia e sangue nei canali, nutrire i tessuti, riscaldare il corpo e alleviare il dolore”.

 

Osservazione dei segni lasciati dalle coppette

I segni lasciati dalle coppette sono generati dal sollevamento dei tessuti sopra il livello dell’imboccatura causato dalla pressione negativa all’interno, inoltre il colore e le caratteristiche della pelle cambiano a seconda del tempo e dell’intensità dell’infiammazione. Si possono sperimentare stiramento, tensione, gonfiore, caldo, freddo, indolenzimento, benessere ed altre reazioni nelle zone trattate e, in alcuni casi, si può avvertire subito la diminuzione del dolore a livello locale durante la seduta. I segni generalmente spariscono dopo tre o cinque giorni. Il colore e la forma dei segni variano a seconda della costituzione corporea e della condizione fisica. In genere comprendono arrossamento, puntini rossi, porpora e in rari casi violacei e possono causare un lieve fastidio se toccati. I segni più scuri evidenziano un ristagno sanguigno dovuto a forte infiammazione dei tessuti, causa di dolore e disagio fisico, mentre la presenza di vapore nella coppetta indica umidità nella zona trattata.