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La moxibustione nella Medicina Tradizionale Tibetana

 

Anticamente

La moxibustione è una tecnica estremamente importante nella Medicina Tradizionale Tibetana. Questa pratica di guarigione chiamata anche Metsa (Me significa “fuoco” e tsa vuol dire “produrre”) trovò ampia diffusione in Tibet non solo tra gli amchi guaritori ma anche tra le persone comuni e rappresenta a tutt’oggi un metodo terapeutico di largo impiego. 

Si tratta di una delle più antiche terapie esterne curative dell’Oriente e in Tibet era già conosciuta nell’epoca Bon antecedente alla comparsa del Buddismo; è possibile che le sue origini risalgano a più di 3000 anni fa. Alcuni testi storici inerenti ad essa sono stati rinvenuti da archeologi francesi, inglesi ed americani all’inizio del XX° secolo nelle grotte di Dunhang nella parte orientale del Turkistan Cinese. 

Anticamente, in molte zone dell’Asia, i disordini di varia natura organici ed energetici venivano spesso trattati attraverso l’ausilio del calore applicato in specifici punti del corpo. Nel Gyud-shi (I Quattro Tantra della Medicina) troviamo un capitolo che tratta la moxibustione in cui vengono menzionati più di 71 punti: 20 nella parte posteriore del corpo, 22 nella parte anteriore e 29 sulla testa e sugli arti.

La teoria

Questa terapia esterna riscaldante non si basa sul concetto dei meridiani come nella Medicina Cinese, ma sulla teoria dei passaggi naturali energetici psico-fisici (gSang, punti, canali). Il corpo è costituito da vie energetiche che stabiliscono le connessioni tra il corpo esterno e gli organi interni. Quando quest’ultimo è nella posizione naturale eretta le vie energetiche, connesse alla forza vitale degli organi e alle loro funzioni, permettono al calore prodotto dalla moxibustione di arrivare ad essi. 

Artemisia Vulgaris

Artemisia Vulgaris

L’Artemisia Vulgaris e la lana di moxa

La Terra delle Nevi è uno dei paesi più ricchi in termini di Erbe e Minerali e i tibetani sono dei grandi conoscitori ed estimatori delle loro proprietà curative. Sia nel capitolo del Gyud-shi che tratta nello specifico le virtù delle Erbe, che in altri testi di farmacologia medica tibetana appartenenti a questa antica tradizione, vengono elogiati i poteri straordinari contenuti in essi. L’Artemisia Vulgaris è la pianta che principalmente viene impiegata nella moxibustione. Secondo la tradizione medica tibetana andrebbe raccolta durante i tre mesi autunnali da settembre a novembre e la preparazione richiede una certa cura e attenzione. Dopo essere stata essiccata al sole viene triturata finemente in un mortaio fino ad ottenere un impasto lanoso con cui si preparano delle palline o dei coni avvolti nella carta di gelso che, una volta appoggiati su punti specifici della pelle, vengono fatti bruciare. Questo tipo particolare di carta si trova in Tibet, Nepal, Bhutan e nei paesi Himalayani dell’India ed ha alcune caratteristiche particolari: è liscia, forte, elastica e possiede un potere naturale fortemente curativo. 

Si dice che l’Artemisia sia una delle poche Erbe che possono essere utilizzate per trattare tutti i punti energetici e i meridiani del corpo e infatti le sue proprietà curative unite al potere del calore riescono ad intervenire efficacemente sul flusso dell’energia del corpo e sulla circolazione sanguigna espellendo così il freddo. Uno dei suoi componenti attivi è il borneolo comunemente utilizzato nelle terapie topiche per i suoi effetti analgesici. 

La tecnica

A seconda del punto in cui viene applicato, il cono di lana di moxa ha diverse forme e dimensioni in accordo con le parti anatomiche del corpo e la natura del disturbo da trattare. Di seguito alcuni esempi: la moxa sulle vertebre deve essere della dimensione della punta di un dito, quella da applicare sulla testa, le braccia e la parte frontale dovrebbe avere la dimensione della punta di un piccolo dito. Se si deve chiudere un canale energetico invece, bisognerebbe utilizzare un cono grande quanto un fagiolo. 

Vi sono poi quattro metodi di applicazione che dipendono dalla forza del calore che si vuole utilizzare. Sia il Gyud-shi che i testi sulla moxa ritrovati nelle grotte di Dunhang descrivono il numero di ripetizioni da seguire a seconda delle necessità:

  • Moxa che cuoce: metodo che continua a trasmettere il calore sullo stesso punto cambiando il cono anche 20 volte di seguito. Usato per trattare i disturbi freddi, i disordini di gonfiore e i tumori freddi benigni. 

  • Moxa che brucia: si tratta di un’applicazione diretta utilizzata per trattare i disturbi di Flemma, disordini linfatici e disordini di Vento nel cuore. 

  • Moxa che riscalda: è utilizzata per riscaldare direttamente ed indirettamente i punti energetici.

  • Moxa che riscalda gentilmente: metodo leggero utilizzato per trattare i disordini infantili. 

Tradizionalmente, prima di posare il cono sulla pelle, viene applicato un piccolo strato di succo di aglio o cipolla sul punto da trattare e durante la combustione il medico amchi soffia di tanto in tanto mantenendo la visualizzazione del Buddha della Medicina e recitando il mantra. Una volta che la terapia è terminata si può applicare un po’ di burro mischiato con il sale, oppure una piccola quantità di crema antisettica per calmare il rossore. 

I punti della moxibustione sono indicati su mappe illustrate, utilizzando dei brevi codici per facilitare la memorizzazione e la localizzazione. 

Come si prepara un cono di moxa

Gli amchi tibetani preparano i coni di moxa di varie dimensioni attraverso un procedimento tradizionale. Tagliano la carta di gelso in modo da utilizzare un quadrato di due pollici, collocano un po’ di lana di artemisia al centro e poi arrotolano il foglietto nel palmo della mano modellandolo come ad ottenere una caramella. Successivamente la tagliano in due nella parte centrale creando due coni. I coni preparati manualmente sono considerati più efficaci nel trattamento rispetto a quelli che si trovano oggigiorno in commercio.

Per cosa è indicata

Questa terapia di guarigione riscaldante è molto utile per trattare i seguenti disordini: indigestione, disordini metabolici, metabolismo basso, gastriti, reflusso, bassa temperatura metabolica, anemia, edema, malinconia, insonnia, ansietà, paura, attacchi di panico, disturbi da Bile fredda, vertigini, dolori articolari, artriti, artrosi, deformazione alle ossa, dolori reumatici, sindrome della menopausa e infiammazione ai nervi. Generalmente la moxa è indicata per tutti i tipi di disturbi derivanti dagli umori Vento, Vento-Bile e Flemma. 

Alcune precauzioni

Vi sono alcune precauzione che andrebbero adottate prima di praticare questa tecnica. La moxa non andrebbe applicata in caso di febbre acuta, Bile caldo e disordini del sangue, pressione alta, infiammazione del sangue, gotta, infezioni generali, metastasi, disordini seri della pelle. Si deve evitare di applicare i coni di moxa sugli organi sensoriali, sui punti vitali, sui genitali e sugli organi vuoti dopo i pasti. Tradizionalmente non andrebbe eseguita nei giorni di neve, pioggia battente, con la luna piena o nuova e durante le eclissi solari o lunari. 

Bisognerebbe prestare attenzione anche al movimento energetico nel corpo legato al “Lha o corpo dell’energia vitale”. Il concetto del Lha è un aspetto importante nella tradizione medica tibetana ed è legato alla “forza vitale o energia vitale” che si sposta ogni giorno all’interno del corpo fisico raggiungendo diversi punti. Quando vi è luna nuova, il Lha comincia a muoversi dalla caviglia sinistra o destra a seconda del sesso della persona, per poi raggiungere la sommità del capo durante la fase di luna piena. Così ogni mese vi è un circolo di energia vitale lungo il corpo fisico e questo aspetto sottile viene preso in considerazione dall’Amchi tibetano prima di iniziare il trattamento. 

Esempi pratici

La moxa risulta essere molto efficace nel trattamenti di disturbi cronici e di vecchia data e manifesta un effetto duraturo e persistente nel tempo portando progressivamente ad una diminuzione del dolore e ad un miglioramento della funzionalità articolare. Alcuni esempi pratici possono essere: dolori articolari, contratture muscolari, dolori alla schiena alle spalle e al collo, artriti, artrosi e artrite reumatoide. 

In casi di infiammazione sub-acuta o cronica il corpo beneficia dell’azione del calore. 

Il dolore può dipendere da un problema di circolazione energetica nei canali sottili del corpo o di circolazione sanguigna nei vasi. In tal caso si verifica una situazione di disagio fisico dovuto o ad un ristagno energetico oppure sanguigno o di un loro afflusso troppo limitato in alcune zone del corpo. Il blocco può manifestarsi in presenza di diversi fattori:

  • Un trauma a volte anche vecchio, che causa un cambiamento nella circolazione locale dell’energia e del sangue causando, nel tempo, ristagno o blocco totale di questi flussi.

  • Microtraumi ripetuti che possono creare lentamente un’ostruzione nei canali.

  • Deformazioni o lesioni che impediscono una corretta circolazione energetica e sanguigna in una zona del corpo, come ad esempio fratture, lesioni, ernie etc.

  • Posture sbagliate che creano tensione e rigidità, in questa condizione l’energia e il sangue fluiscono con più difficoltà.

  • Fattori climatici come vento, freddo ed umidità che rimangono intrappolati nei tessuti e nelle articolazioni. Il dolore si manifesta quando cambiano le condizioni climatiche.

Trattando la 2° e 4° cervicale è possibile diminuire la tensione muscolare nell’area del collo e delle spalle, nel caso di blocco totale del collo, invece, si può intervenire trattando la 7° cervicale. 

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Applicando la moxa su alcuni punti sia sulla parte anteriore che posteriore alta del corpo è possibile trattare il dolore alle spalle causato da blocchi ai nervi e ai canali, periartrite e problemi generali di lassità articolare, insensibilità e dolore acuto. 

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Lavorando sul centro del polso, nella parte anteriore, si può curare la sindrome del tunnel carpale e i dolori causati dalla difficoltà nel muovere l’articolazione, mentre, lavorando nella parte posteriore del polso si possono migliorare i disturbi legati al gonfiore e ai dolori reumatici. Anche nel caso del gomito del tennista e di dolori dovuti a diversi fattori, la moxa risulta essere una buona terapia esterna. 

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Per quanto riguarda le articolazioni degli arti inferiori è possibile applicare la moxa su alcuni punti del ginocchio riducendo le infiammazioni articolari e le infiammazioni dei tendini causate da artrite, reumatismi, artrosi e altri disturbi di natura fredda come gonfiore e ristagno dei liquidi. 

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Anche in caso di infiammazione del nervo sciatico, problemi di deambulazione e artrosi all’anca, è possibile intervenire lavorando sul centro delle articolazioni delle anche, sul punto triplo e sul punto nella parte laterale esterna della coscia. 

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Bibliografia

  • Pubblicazioni di Medicina Tradizionale Tibetana - Dr. Pasang Y. Arya 

  • Principles of Tibetan Medicine, Dr. Tamdin Sither Bradley - Singing Dragon 2013

  • Bodies in Balance: The Art of Tibetan Medicine, Theresia Hofer 2014

chiara tansini 05/2020