Una pausa di silenzio: i benefici di una pratica quotidiana

 

Padampa Sangye, mahāsiddha vissuto nell’xi secolo, definisce la meditazione come “la porta per il tesoro più nascosto del cuore”

 

Viviamo la vita in un continuo cambiamento, veloce e a dir poco destabilizzante - basta osservare gli ultimi sconvolgimenti a livello sociale - e in questa velocità abbiamo la necessità di trovare degli strumenti che ci permettano di sviluppare una capacità di recupero per poter ritrovare la calma e il respiro, due ingredienti fondamentali per agire e reagire nella lucidità mentale e non nella confusione e nel caos emotivo. Ci siamo mai chiesti da dove provengano le nostre reazioni emotive? 

Quante volte ci fermiamo a osservare la mente, le emozioni e i sentimenti in cui navighiamo quotidianamente?

 

Molto spesso è solo nelle situazioni destabilizzanti, di crisi profonda o difficoltà in cui perdiamo dei punti di appoggio o di riferimento esteriori, che abbiamo la possibilità di ritornare a noi stessi per ritrovare dei punti solidi, quegli stessi punti solidi che sono stati spazzati via all’improvviso. Proprio in queste occasioni abbiamo la preziosa possibilità di rivolgere il nostro sguardo all’interno e non più all’esterno e di poter osservare il modo in cui agiamo e reagiamo specialmente a livello emotivo. Ovviamente ci vuole un certo allenamento! Non è sufficiente concedersi cinque minuti al mese per poter accedere a una dimensione più profonda della nostra mente. 

 

Quanto tempo abbiamo nell’arco della nostra giornata per stare un attimo con noi stessi?

Quanto tempo ci concediamo quotidianamente per sentire come stiamo respirando (se stiamo respirando!), per sentire il corpo e per osservare il flusso continuo dei nostri pensieri?

 

È necessario compiere uno sforzo per fermarsi e recuperare - cosa assolutamente non evidente al giorno d’oggi, specialmente nella nostra società in cui siamo abituati a riempire ogni spazio della nostra giornata a tal punto che un numero sempre più alto di persone vive costantemente sotto pressione fino a sviluppare la cosiddetta sindrome da “burn-out”, ovvero uno stato emotivo, mentale e fisico di totale esaurimento. Se ci si concede quotidianamente la possibilità di fermarsi, di fare una vera pausa anche solo di cinque minuti, si può entrare in una dimensione più profonda di noi stessi; in questi momenti la mente ha la possibilità di calmarsi, il corpo può recuperare energia e la chiarezza può emergere naturalmente.

Quando la mente è calma e vi è chiarezza (e soprattutto prendiamo respiro dall’intensità dei ritmi serrati), si ha una maggiore capacità di non reagire immediatamente ed emotivamente a tutto quello che accade e di conseguenza poter accogliere quello che arriva con un certo distacco ed equilibrio.

Anche il silenzio gioca un ruolo fondamentale! Nel silenzio - che è anche un silenzio da tutto ciò che abitualmente ci distrae e ci vede impegnati - esaminiamo noi stessi e il funzionamento della nostra mente ovvero coltiviamo la consapevolezza e la chiarezza che portano alla saggezza. Si tratta di un silenzio salutare, un silenzio che porta guarigione a tutti i livelli. Potrebbe essere un po’ scomodo trovarsi soli con se stessi, ma è l’unica maniera per conoscersi profondamente, per compiere un passo verso ciò che siamo realmente, nel profondo. Questi piccoli momenti di pausa, di silenzio, possono portare a momenti più grandi di profonda concentrazione, chiarezza e calma mentale. 

Allenando tutti i giorni la mente si può raggiungere uno stato in cui sia i fattori interni, come i pensieri e le emozioni, sia i fattori esterni, come un ambiente stressante e caotico, non hanno più quella presa e quell’impatto che avevano prima. 


Pochi esempi pratici

  • Utilizzare il respiro: la consapevolezza del respiro porta istantaneamente la mente al momento presente.

  • Body Scan: effettuare una scansione corporea risulta essere una tecnica semplice e veloce per rilassare sia il corpo che la mente. 

  • Trātaka: (sanscrito “guardare, fissare, contemplare”) è un metodo che consiste nel portare lo sguardo fisso su un punto o una candela. In questo modo la mente viene immediatamente riportata al momento presente.

  • Yoga: gli esercizi yogici - sia che provengano dalla tradizione indiana sia da quella tibetana - calmano la mente, purificano il corpo sia a livello grossolano che sottile/energetico e aumentano l’energia vitale. Durante la pratica il respiro e i movimenti del corpo sono sincronizzati in modo consapevole.

Al giorno d’oggi abbiamo rapidamente accesso a un numero elevato di tecniche e soprattutto vengono messi a disposizione innumerevoli strumenti per poter compiere tutto ciò. Come sempre, la cosa fondamentale è trovare lo strumento che fa più al caso nostro!


Chiara Tansini 02/2024